Gli oceani hanno un arma in più: la Charta Smeralda
Si tratta di uno strumento per la tutela del mare che si serve delle linee guida che possono trasformare, in meglio, il nostro stile di vita
Per cambiare il mondo bastano anche dei semplici gesti. Piccoli azioni che, sommate, possono dare una svolta concreta al nostro Pianeta che oggi, più che mai, ha bisogno del nostro aiuto. Dove servono i fatti, le parole non bastano. Soprattutto quando al centro c’è un tema estremamente sensibile come l’ambiente. Da quando nel 2018 fu creata, la fondazione One Ocean è riuscita davvero a realizzare qualcosa di straordinario, mettendo sul tavolo un codice etico che tutti (privati, yacht club) possono sottoscrivere in qualunque momento. Si tratta della Charta Smeralda, uno strumento nato per salvaguardare i mari e gli oceani attraverso delle linee guida che possono influire sul nostro stile di vita. La Principessa Zahra Aga Khan, oltre a essere stata tra le maggiori sostenitrici del progetto, è stata la prima firmataria di questo protocollo insieme al Commodoro dell’epoca. Un piccolo gesto che ha dato vita in realtà a un movimento a cui hanno aderito le più grandi associazioni a livello italiano. E non si parla solo di realtà che lavorando a contatto con il mare, ma anche di istituzioni che hanno scelto di puntare sulla promozione di politiche che mirano alla sostenibilità.
La Charta Smeralda va infatti presa come una costituzione del mare, e proprio per questo motivo chi sceglierà di sostenerla diventerà un vero e proprio Ocean Defender. Solo unendo le forze dei singoli si può crescere e dimostrare tutto il potenziale. Un approccio che non vale solo nella finzione, ma questo essere adottato anche nel quotidiano seguendo i dieci punti presenti nel sito di One Ocean. Le materie di maggiore interesse vanno dall’inquinamento (causato dalla presenza di microplastiche negli oceani) al cambiamento climatico che oggigiorno è diventato un argomento centrale se si pensa alle misure proposte a livello europeo. Ognuno può davvero fare la differenza con la Charta Smeralda che può essere davvero un primo passo verso una cultura sempre più orientata a scelte sostenibili. Un Ocean Defender ha da questo punto di vista un grande potere: l’opportunità di diffondere le buone pratiche all’interno della propria community. La manutenzione e la pulizia della barca è un buon inizio per ridurre al minimo le fonti di inquinamento, così come è fondamentale la raccolta differenziata e ridurre l’uso di risorse naturali e dell’acqua potabile quando non è necessario. Per le energie rinnovabili si possono usare carburanti ecologici (le biomasse), oppure motori elettrici o ibridi. Uno dei tanti interventi che mirano alla preservazione della flora e la fauna marina, e a un maggiore attivismo dell’individuo verso temi di stretta attualità che incideranno sul futuro delle prossime generazioni.
Riccardo Lo Re
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CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla le aree consortili di Porto Cervo. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.