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Pevero Health Trail

Pevero Health Trail, un percorso mozzafiato fra natura e storia

In Costa Smeralda c’è un modo, unico e affascinante, per vivere a pieno contatto con la natura, tenersi in forma e conoscere la storia: è quello di fare il Pevero Health Trail. Aperto nell’estate del 2017, il percorso – realizzato da Smeralda Holding in collaborazione con il Consorzio Costa Smeralda e il Pevero Golf Club – quest’anno è stato potenziato e arricchito per renderlo ancora più invitante e fruibile per i suoi visitatori, che siano agonisti o amatoriali, in tutti i periodi dell’anno.

Il Pevero Health Trail si snoda lungo una delle aree di maggiore pregio ambientale della Costa Smeralda, che si trova incastonata fra il Pevero e il Romazzino e che prende il nome di Monti Zoppu, che tradotto dal gallurese all’italiano significa Monte Zoppo. Complessivamente è lungo tredici chilometri, tutti sterrati. La difficoltà di percorrenza varia da punto a punto: in alcuni è bassa, in altri media. I cammini possono essere praticati tanto a piedi quanto con la mountain bike; nel primo caso è raccomandabile usare scarpe da running. Il consiglio è di portare sempre con sé una borraccia d’acqua.

Ci sono cinque punti di ingresso e uscita al Pevero Health Trail: Grande Pevero, Pevero, Piccolo Romazzino, Romazzino e Porto Liccia. I percorsi si intrecciano in più punti e sono tutti molto ben segnalati da cartelli realizzati in legno riciclato, colorati di bianco e rosso secondo i canoni del Club Alpino Italiano. Indicano le varie direzioni e forniscono notizie sui punti di interesse storici o ambientali. In aiuto alla cartellonistica, il Pevero Health Trail è consultabile su una mappa cartacea, all’indirizzo internet www.peverohealthtrail.com e con un Qr code, presente in tutti i cartelli e grazie al quale, usando lo smartphone, sarà possibile stabilire con esattezza la propria posizione. Ci sono anche 11 fitness point, dotati di panche e attrezzi in acciaio inox.

Chi si metterà in cammino lungo il Pevero Health Trail avrà la possibilità di fare numerose scoperte. Quella di Monti Zoppu è una zona estesissima, pari a oltre 300 ettari, e ha una grande biodiversità. Il paesaggio dominante è quello della macchia mediterranea. Ci sono piante di ginepro, lentisco, fillirea, corbezzolo, olivastro, mirto, erica, cisto e, nei punti più riparati dal vento, leccio. Ma non mancano la particolarità. E’ presente il ginepro fenicio e quello chiamato coccolone, con cui venivano costruire le travi per sostenere i tetti degli stazzi galluresi. Nelle dune del Grande Pevero – spiaggia il cui nome in gallurese era Rena Manna, “la spiaggia grande” – c’è la Vulneraria barba di Giove, che in Sardegna si trova solo a Capo Caccia, vicino ad Alghero, e in qualche isola dell’arcipelago della Maddalena.

Del resto – come puntualmente descritto in “Monti Zoppu, natura e storia in Costa Smeralda”, un libro scritto da Marina Pala, Sonia Pala ed Egidio Trainito – “Monti Zoppu è la naturale continuazione rocciosa dell’arcipelago della Maddalena, che ha subìto nel tempo gli stessi eventi geologici e climatici”. Alcune delle sue piante e di quelle delle isolette vicine sono diffuse in Corsica: la silene corsica, la ginestra corsica, per fare due esempi. A Monti Zoppu ci sono numerose piante endemiche e protette dalle convenzioni internazionali, come quelle di Berna, Washington e Barcellona. Fra queste, il lichene marino, l’orchide a farfalla, il pungitopo.

Anche la fauna di Monti Zoppu è ricca. Fra le specie endemiche sardo-còrse, c’è la lucertola di Bedriaga. E, come informa sempre l’accurato libro citato prima, ci sono stati avvistamenti di martore, specie a rischio, e di gatti selvatici. Complessivamente, nell’area ci sono 14 specie (il 36% della fauna presente in tutta la Sardegna).

Percorrere il Pevero Health Trail è dunque un’immersione completa nella natura della Costa Smeralda. Ma è anche un viaggio nella storia prima della nascita del turismo come fenomeno economico. I visitatori possono imparare che cosa fossero lu stazzu e lu rotu.

Il primo è la tipica casa-azienda della Gallura. Costruito su un livello, solitamente composto da due vani (tre-quattro nei casi più fortunati), con la facciata rivolta a sud-est per proteggersi dal maestrale, lo stazzo era l’anima della Gallura, una delle regioni europee con il maggior habitat disperso: oltre il 50% della popolazione viveva nelle campagne, invece che nei centri abitati, con punte del 90% ad Arzachena agli inizi del Novecento. Lo stazzo era il posto in cui la famiglia, composta da allevatori e agricoltori, viveva, e rappresentava, per esteso, le proprietà che quella famiglia aveva: terreni produttivi, orti, vigne, boschi.

Proprio a Monti Zoppu c’è uno stazzo ancora perfettamente integro. Apparteneva a Francesco Azara, noto Ciccu Biancu, che lo aveva fatto costruire alla fine degli anni Cinquanta, poco prima che nascesse la Costa Smeralda. Ciccu Biancu non ha mai vissuto in quello stazzo (viveva in uno nella valle del Pevero); l’aveva tirato su, così lontano dagli altri stazzi e così isolato, per darlo in affitto a pastori che avrebbero dovuto far pascolare le capre e le mucche in quelle terre aride e accidentate. Vicino alla casa ci sono le aree in cui le bestie erano custodite: lu vaccili (il recinto per i bovini), la mandra (il recinto per i caprini), lu salconi (quello per i capretti); tutti spazi costruiti con i muretti a secco tra una roccia e l’altra.

Un po’ distante si trova lu rotu, uno spiazzo in lastre di granito in cui, facendoci passare sopra i buoi, veniva trebbiato il grano.

Visitare lo stazzo di Ciccu Biancu è un’esperienza didattica: lì, in mezzo al niente, si può provare a immaginare quanto fosse dura la vita nelle campagne galluresi. Ma è anche un momento di rara beatitudine: dal salconi, incastonato in splendide conche, è possibile ammirare un paesaggio mozzafiato, che si estende da Romazzino sino alle isole Mortorio e Soffi per finire con Tavolara. Per chi ama il mare, c’è qualcosa di più accessibile: tra una camminata e l’altra si può fare il bagno nella spiaggia di Nibàni (attenzione all’accento, che cade sulla a) e di Poltu Liccia, vicino all’hotel Romazzino.

Il Pevero Health Trail è anche un percorso spirituale: può essere visitata la Madonna dello Speronello, che si affaccia sul golfo del Grande Pevero. Portata via da Montalto di Castro nell’alluvione del novembre 2012, la Madonna era stato ritrovata nei fondali della Costa Smeralda.

Per finire, non resta che parlare della vetta di Monti Zoppu, resa raggiungibile dall’intervento del Consorzio Costa Smeralda e del Pevero Golf Club e nella quale è stato sistemato un Instagram Point Costa Smeralda in legno. L’hashtag dice tutto: #sharetheparadise. Il modo più bello per farsi un selfie e catturare una panoramica di rara bellezza.

Article by Mario Rossi

CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla la Costa Smeralda. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.