top

La leggenda di Azzurra splende ancora a 40 anni dal varo

Il nome di questa imbarcazione fa battere forte i cuori di tutti i velisti. Dopo la partecipazione alla Coppa America del 1983 che la vide protagonista, il mondo della vela cambiò per sempre

La notte tra il 13 e 14 agosto del 1979 era buia e tempestosa. Onde alte come palazzi. Il vento che toccava punte oltre i 60 nodi che rendeva ingestibile qualsiasi manovra. Il mare in burrasca tra l’Inghilterra e l’Irlanda divenne l’incubo peggiore per i velisti della Fastnet, la regata finale dell’Admiral’s Cup. Su 303 imbarcazioni solo 85 arrivarono a completare la regata, sedici i dispersi in mare. «Fu proprio al rientro da quell’avventura – racconta il Commodoro Riccardo Bonadeo, oggi vicepresidente di One Ocean – che con Cino Ricci ci chiedemmo cosa potessimo fare di più grande. La risposta già la conoscevamo: “L’America’s Cup”». E fu in quel momento che Azzurra prese forma, prima nelle idee e poi nella sostanza grazie alla lungimiranza del presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, il principe Aga Khan, e dell’avvocato Gianni Agnelli che sposarono subito l’iniziativa. Era il 1982 quando lo scafo, appartenente alla classe dei 12 metri Stazza Internazionale progettato dal team di Andrea Vallicelli, fu messo in acqua per la prima volta per poi cominciare la sua avventura il 18 giugno 1983 a Newport, nel Rhode Island (USA) vincendo 24 regate su 49 disputate.  Azzurra arrivò in semifinale sconfitta dagli inglesi di Victory 83, ma fu prima nel cuore degli italiani che per la prima volta si appassionarono a questo fantastico sport. Il timoniere Mauro Pelaschier e lo skipper Cino Ricci furono accolti in patria come dei veri eroi. La vela per la prima volta aveva guadagnato pari dignità del calcio o della Formula uno. Oggi, a distanza di 40 anni da quel varo, l’impresa di Azzurra è ancora viva a tal punto da ricevere il prestigioso premio “Epic” conferito dal Giornale della Vela nell’ambito dell’Iniziativa “Velisti dell’anno Tag Heuer 2022”. E a ritirare il riconoscimento c’erano proprio loro: il CEO mente finanziaria di Azzurra, Riccardo Boanadeo, e il timoniere Mauro Pelaschier. «Siamo abituati a navigare in mezzo alle onde – ha commentato Boandeo -, ma l’emozione più forte è stata quella di vedere tante persone presenti a questo premio, anche giovanissime, che nemmeno erano nate ai tempi di Azzurra e che però conoscevano benissimo la storia. Ancora una volta questo ci sorprende e ci fa capire la portata di quell’impresa». Ma la storia di Azzurra non si esaurì con quell’esperienza. L’imbarcazione dello YCCS partecipò, infatti, anche a una seconda Coppa America, quella del 1987 meno fortunata della precedente spedizione, ma sempre di altissimo valore sportivo. Si pensi che in quegli anni moltissime bambine furono chiamate con quel nome in onore della barca. Fino ai giorni nostri, quando lo Yacht Club Costa Smeralda ha immaginato di alimentare il mito del nome di Azzurra prima con la partecipazione nella prestigiosa classe Tp52 per dieci anni di regate ricolme di vittorie e titoli, passando poi dal progetto Young Azzurra concepito per la partecipazione alla Youth America’s Cup ad Aukland, poi cancellata a causa della pandemia, ma proseguita con l’avventura nelle classi foil della Persico 69f la Youth Foiling Gold Cup e la Grand Prix Persico 69F. Per arrivare al 2022 con un nuovo capitolo scritto dallo YCSS. La formazione di un team di velisti sardi da supportare per il quadriennio olimpico 2021/2024 e con l’obiettivo di partecipare ai Campionati Nazionali, Europei, Mondiali e ai Giochi Olimpici.

Davide Mosca

Article by

CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla le aree consortili di Porto Cervo. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.