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Divas, Fierce And Fabulous

Da Sarah Bernhardt alle potenti regine pop di oggi, queste donne straordinarie hanno lasciato un segno indelebile nell’arte, nella musica e nella società. Esploriamo l’affascinante mondo delle dive e il loro impatto eterno sul nostro panorama culturale.

Il concetto di diva è sempre stato una caratteristica importante nella società e nella cultura nel corso della storia. Queste donne possiedono una miscela unica di carisma, talento e individualità che le distingue da tutte le altre. Una diva è una divinità che per meriti reali o attribuiti si “innalza sopra le altre”, vista come una persona presuntuosa, inarrivabile, esigente e difficile da accontentare. Tre mostre quest’anno mostrano l’eredità delle dive del passato, esplorando il loro impatto sull’arte, sulla moda e sulla società. DIVA, negli spazi del Victoria and Albert Museum di Londra, fino al 7 aprile 2024 celebra il potere e la creatività di numerose artiste iconiche, esplorando e ridefinendo il ruolo di ‘diva’ e come questo sia stato sovvertito o abbracciato nel tempo attraverso l’opera, il palcoscenico, la musica popolare e i film. Da Maria Callas a Marilyn Monroe, da Barbra Streisand a Beyoncé e Mariah Carey: protagonisti dell’esposizione sono gli abiti e gli accessori indossati dalle star dall’Ottocento fino a oggi. Tra le protagoniste della retrospettiva anche Josephine Baker, la prima superstar afroamericana globale, attivista per i diritti civili e spia della seconda guerra mondiale, che ha mostrato al mondo come la performance possa considerarsi una dichiarazione politica. E poi Debbie Harry, cantante dei Blondie, definita una “pioniera delle donne nel punk” con uno stile unico e ribelle, simbolo di come le dive siano presenti in generi musicali nuovi e mutevoli. «Oggi la parola diva ha una miriade di significati. Al centro di questa mostra c’è una storia di artiste iconiche che con creatività, coraggio e ambizione hanno sfidato lo status quo e hanno usato la loro voce e la loro arte per ridefinire e rivendicare il termine diva», ha spiegato la curatrice della mostra Kate Bailey alla stampa, «DIVA è la prima grande mostra ad affrontare l’argomento e a riesaminare la nostra percezione della diva nella storia e nella cultura popolare».
Alla performer bohémien, chiamata dai fan The Divine Sarah, le cui interpretazioni in ruoli maschili e femminili sono state celebrate per la loro “espressività e intensità”, è interamente dedicata la mostra Sarah Bernhardt. And the woman created the star, al Petit Palais di Parigi fino al 27 agosto 2023. L’allestimento indaga l’impatto della Divina, che ha catturato l’attenzione del mondo imponendosi come originale diva della recitazione, e della quale quest’anno si celebra il centenario della morte. Oltre quattrocento opere ripercorrono la vita e la carriera teatrale di questo mostro sacro, termine coniato per lei da Jean Cocteau, e presentano anche aspetti meno noti della sua vita, come la sua attività di pittrice e scrittrice, ma soprattutto di scultrice. Nel corso della sua carriera, Sarah Bernhardt ha interpretato ruoli creati dai più grandi autori, da Racine a Shakespeare passando per Edmond Rostand o anche Alexandre Dumas figlio e ha fatto scalpore sui palcoscenici di tutto il mondo. La sua voce d’oro e la sua figura dinoccolata, atipica all’epoca, affascinarono tanto il pubblico quanto il mondo artistico e letterario, che le dedicò un vero e proprio culto. Era amica di pittori come Gustave Doré, Georges Clairin, Louise Abbéma e Alphonse Mucha, ma anche di scrittori come Victor Hugo, Victorien Sardou e Sacha Guitry e di musicisti come Reynaldo Hahn. La mostra rievoca i suoi ruoli più importanti attraverso la presentazione di costumi di scena, fotografie, immagini che la ritraggono al lavoro, manifesti. E presenta anche l’artista che si celava dietro la formidabile attrice attraverso un’intera sezione della mostra dedicata a questo aspetto della sua vita: fotografie e persino un filmato ne rivelano l’intimità ma anche la pubblicità che intendeva dare al suo lavoro di artista. Diversi oggetti a lei appartenuti illustrano le sue varie abitazioni, i suoi interni eterogenei e abbondanti di oggetti, il suo comò: tutti pezzi che ricordano il suo gusto per l’eccentricità.
Per Crown to Couture, allestita a Londra fino al 29 ottobre 2023, attraverso una selezione accurata di oltre duecento pezzi, l’allestimento traccia un parallelo tra lo sfarzo e il cerimoniale del red carpet contemporaneo e la volontà di “vedere ed essere visti” alla corte georgiana. Le creazioni uniche indossate da Lizzo, Katy Perry, Lady Gaga e altre sono accostate agli abiti dei personaggi di spicco del XVIII secolo conservati negli Appartamenti di Stato del Kensington Palace. Si possono ammirare da vicino il look di Beyoncé per i Grammy Awards 2017, disegnato da Peter Dundas, e l’outfit personalizzato ispirato al lampadario Moschino disegnato per Katy Perry e indossato al Met Gala 2019. Altri look iconici degli ultimi anni includono l’outfit Sun God di Billy Porter, disegnato da Sam Ratelle e indossato da The Blonds per il Met Gala 2019, e lo scintillante abito Givenchy ispirato alla Hepburn di Kendall Jenner per l’evento del 2021. In contrasto con questi look moderni, spiccano lo splendido Mantova giallo in prestito dai Musei nazionali scozzesi, il più ampio abito di corte sopravvissuto in Gran Bretagna di quasi tre metri, oltre allo squisito Rockingham Mantova, uno dei numerosi oggetti della collezione di abiti da cerimonia reali degli Historic Royal Palaces’. Viene così esplorata l’importanza vitale della biancheria intima, del trucco e degli stylist nella realizzazione del look perfetto. Frances Abington, detta the original stylist e accreditata come il personaggio che più di ogni altro ha influenzato la moda dell’epoca, è una rivelazione affascinante. Anche i gioielli sono al centro della mostra: splendori contemporanei, come l’anello di diamanti disegnato da Thelma West e indossato da Rihanna al Met Gala del 2021, e gli orecchini Disco di Fernando Jorge che risplendevano su Emily Blunt al Palm Springs Film Festival del 2019, orbitano attorno a un’esposizione centrale di tre diademi abbaglianti: il pezzo forte è la tiara di smeraldo della regina Vittoria, realizzata dal gioielliere della regina, Joseph Kitching, in collaborazione con il marito, il principe Alberto, noto per il suo amore per i gioielli e il suo estro creativo.

Arianna Pinton

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