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Un pallone stratosferico della Nasa e Asi in volo a caccia di raggi cosmici

Nel progetto significativo l’impegno dell’Italia con la nostra agenzia spaziale e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)

L’immagine di una mongolfiera rievoca di certo suggestioni poetiche. Un’invenzione che per l’epoca aveva rivoluzionato il concetto di volo, riuscendo a sollevarsi da terra grazie al riscaldamento dell’aria all’interno del pallone o con un gas più leggero dell’aria. La storia di questo strano velivolo risale addirittura al 1700, quando i fratelli Montgolfier riuscirono a far sollevare il primo pallone aerostatico per il trasporto umano. Un movimento lento, maestoso per la mole di quel pallone, spesso colorato e di quel cestello attaccato, ma mai entrato a pieno titolo nell’utilizzo comune. Oggi, però, una sorta di suo discendente è stato sviluppato per una missione ancora più importante: osservare i raggi cosmici di altissime energie, per raccogliere importanti informazioni relative ai fenomeni più energetici del nostro Universo, al fine di integrare le misure effettuate su altri messaggeri cosmici dalle missioni spaziali oggi in corso. E c’è anche un po’ di Italia, nel progetto di questo affascinante pallone stratosferico targato Nasa, ma anche Asi Agenzia Spaziale Italiana e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Il pallone, decollato dalla base aeroportuale di Wānaka (Nuova Zelanda) della Columbia Scientific Balloon Facility (CSBF) il 13 maggio scorso, ha utilizzato una piattaforma innovativa di Ultra-Long Duration Balloon, in grado di raggiungere altezze superiori a 30 chilometri con voli di durata fino a cento giorni. «Questa missione rappresenta la continuazione della missione EUSO-SPB1, strumento già lanciato dalla base di Wānaka nel 2017, ed è parte del programma JEM-EUSO insieme all’apparato di terra EUSO-TA installato nello stato americano dello Utah, dal 2013 e alla missione spaziale Mini-EUSO, operativo da agosto 2019 all’interno della Stazione Spaziale Internazionale» – ha spiegato Giuseppe Osteria, ricercatore della sezione INFN di Napoli e responsabile scientifico EUSO-SPB2 -. Grazie al minuzioso e dedicato lavoro di preparazione e test della strumentazione, i due telescopi di EUSO-SPB2 sono stati operati efficientemente e con successo nel limitato tempo messo a disposizione per le osservazioni del cielo notturno in volo, e hanno prodotto dati con un valore tecnologico senza precedenti. I dati raccolti sono ora a disposizione della collaborazione EUSO-SPB2 per la loro analisi con contributo rilevante anche del team italiano, che potrà contribuire a massimizzare il ritorno delle informazioni raccolte grazie all’expertise consolidata dallo sviluppo, test e calibrazione dello strumento». EUSO-SPB2 è stata la seconda e ultima missione della campagna NASA di lancio palloni dalla Nuova Zelanda per questo anno. Il volo è stato effettuato su un Super Pressure Balloon, una piattaforma di pallone stratosferico di ultima generazione utilizzata da NASA da pochi anni per operare in atmosfera payload scientifici di elevato peso e dimensioni per voli di lunghissima durata.

Davide Mosca

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