Riparte Porto Cervo Libri: ospiti Fulvio Abbate ed Eleonora Vallone
L’attrice e giornalista italiana presenterà Quante vite per una? Le mie sette vite alle 19:30 nella suggestiva spiaggetta del sottopiazza
Riparte, come ogni anno, la rassegna Porto Cervo Libri. Un evento organizzato dal Consorzio Costa Smeralda che mette insieme dei momenti di riflessione con intellettuali e autori di spicco del mondo letterario e dello spettacolo.
Ogni appuntamento si terrà prima di cena alle 19:30 nelle location sparse del borgo di Porto Cervo. Non mancheranno incontri Piazza Centrale, il cuore pulsante della località gallurese, crocevia di migliaia di persone che ogni anno scelgono di passare le vacanze nel luogo più prestigioso del Mediterraneo. Da segnalare inoltre i prossimi incontri in piazza del Principe e nella spiaggetta del sottopiazza, con il suo paesaggio unico al mondo con vista mare e con il molo dove attraccano i più lussuosi mega yacht mai realizzato.
È proprio qui che comincia questo lungo viaggio tra le pagine dei libri. Il 23 luglio nella spiaggetta sarà presentata l’autobiografia di Eleonora Vallone “Quante vite per una? Le mie sette vite” edito da Castelvecchi. Raf Vallone, suo padre, è stato sia una delle penne culturali dell’Unità che dei mostri sacri del cinema italiano con ruoli nei film più importanti del neorealismo. Il suo amore per il cinema l’ha trasmesso anche alla figlia che negli anni è diventata l’ideatrice e la direttrice artistica dell’AquaFilmFestival, un importantissimo festival cinematografico dedicato alla risorsa più preziosa al mondo.
A dialogare con l’attrice e figlia d’arte ci sarà Fulvio Abbate uno dei più interessanti scrittori italiani che spicca per la sua intelligenza raffinata di rara simpatia e molto amato dal pubblico televisivo come opinionista nei più importanti talk show di tutte le reti, da Rai a Mediaset fino a La7 e Sky.
A moderare l’incontro la giornalista e psicologa Irene Bozzi, per tanti anni compagna di Roberto Vecchioni e madre di Francesca, fondatrice e presidente della Fondazione Diversity.
Riccardo Lo Re