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Renzo Persico: «In Sardegna bisogna creare una Destination Management Organization dedicata al turismo giovanile e studentesco»

Intervista con l’avvocato Renzo Persico, presidente del Consorzio Costa Smeralda, sui giovani, ovvero quel pubblico di potenziali visitatori spesso marginalizzato sia dalle politiche pubbliche sia dagli operatori privati del turismo

L’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) stima che già nel 2017 i viaggiatori compresi tra i 15 e i 29 anni generava a livello globale un fatturato di oltre 250 miliardi di euro (WYSE Travel Confederation, 2018). Questo mercato e le sue dinamiche di crescita sono in continua trasformazione.

Che cosa ne pensa? 

“Al di là dei numeri, che sono davvero rilevanti, oggi il turismo giovanile e scolastico rappresenta un investimento per il futuro, perché i giovani viaggiatori che oggi si spostano alla scoperta di mete nuove potranno continuare a farlo in futuro, grazie alle esperienze maturate, con un’apertura mentale e una profondità di sguardo sulle vicende del mondo che a molti, delle generazioni precedenti, sono mancate. E questo è un fatto certamente positivo.”

La Generazione Z, quella dei giovani nati tra 1990 e il 2010, più attenta ai temi della sostenibilità, del consumo etico e dell’impatto del turismo sull’ambiente, è più parsimoniosa nella spesa rispetto ai Millenial, ma non per questo rinuncia a comfort e alle comodità ultramoderne.

“Secondo l’European Travel Commission, il 36% dei giovani, soprattutto inglesi e tedeschi, preferisce sistemazioni in alberghi di lusso, mentre solo il 9% si orienta verso sistemazioni spartane come gli ostelli. Questa tendenza contraddittoria dimostra come il mondo del turismo giovanile non possa essere considerato e gestito come un mercato cristallizzato”.

I giovani hanno particolare interesse per l’autenticità e le novità di cibo e bevande, soprattutto il desiderio di conoscere la gastronomia locale.

“I giovani viaggiano alla ricerca di esperienze che contribuiscono alla loro crescita personale e per conoscere persone e culture, ma anche per vivere situazioni edonistiche di contatto, come succede quando ci si immerge nella vita notturna del luogo visitato.”

Anche gli eventi vanno organizzati pensando ai giovani.

“Vanno creati appuntamenti adeguati a questo pubblico, eventi stabili con cadenza predefinita e non modificabile, per permettere ai giovani di programmare con largo anticipo e godere di tariffe più basse nei trasporti per raggiungere la Sardegna, iniziative che si svolgano in bassa stagione o nei periodi “di spalla” all’alta stagione e in luoghi dove la contaminazione culturale sia una realtà, con il coinvolgimento della comunità locale che deve vedere nel giovane il viaggiatore che ritornerà in quella località perché ha trovato quell’unicum che ognuno di noi ricerca, perché vuole provare sensazioni diverse da quelle della quotidianità, sentire il profumo della salsedine fermandosi ad ammirare una spiaggia o scoprire un ambiente dove ricordarsi che siamo solo ospiti temporanei di questo pianeta.”

La scelta del tipo di comunicazione con le nuove generazioni è fondamentale.

“Dobbiamo modificare radicalmente la presentazione dell’offerta culturale attuale; indicazioni e testi devono essere pensati per un viaggiatore che non consulta guide specializzate, che non legge libri di archeologia, utilizzando un linguaggio che è proprio dei più giovani.”

Un’altra riflessione meritano le mete del turismo giovanile e l’approccio ai luoghi che i giovani hanno durante la loro esperienza di viaggio. Che cosa auspica?

“In Sardegna dobbiamo creare una Destination Management Organization dedicata al turismo giovanile e studentesco, che monitori costantemente l’evoluzione delle aspettative di questo potenziale visitatore e che proponga singole componenti dell’offerta culturale, ricettiva, eno-gastronomica, esperienziale, eventi, tutte verificate grazie a specifici protocolli pubblici di qualità, stabiliti con gli operatori che vincolino l’azione di promozione a chi li rispetta, così da essere sicuri di promuovere un’offerta che risponda in pieno alle richieste di questo pubblico.”

In conclusione?

“Troppo spesso abbiamo puntato sul risultato a breve termine, sulla crescita quantitativa mettendo in secondo piano la qualità dell’esperienza vissuta dal visitatore. Dobbiamo ripensare e riprogettare il nostro futuro, il nostro territorio, la nostra Isola. Dobbiamo investire in formazione per gli addetti del settore pubblico e del privato dell’intera catena del turismo, dell’hotellerie, dell’organizzazione di eventi, della programmazione dei servizi, sulla riscoperta dell’enogastronomia identitaria, sulle produzioni tipiche locali, sul recupero delle tradizioni. In Sardegna dobbiamo creare competenze specialistiche che possano proporsi adeguatamente sul mercato internazionale puntando sull’eccellenza.”

Arianna Pinton

Credits:

  • Ph: Marcello Chiodino

Article by

CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla le aree consortili di Porto Cervo. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.