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“Picasso e l’antico”: prorogata fino al 2 ottobre al MANN di Napoli

Inizialmente programmata per chiudere il 27 agosto, la mostra è stata prorogata grazie al notevole successo di pubblico, con oltre 250mila visitatori

A distanza di un secolo dalla sua visita in Italia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) ospita una mostra commemorativa dal titolo “Picasso e l’antico”, presentando quarantatré opere dell’artista Pablo Picasso in confronto con le sculture Farnese e i dipinti provenienti da Pompei.
L’esposizione, curata da Clemente Marconi, si svolge nelle sale della collezione Farnese e mette in luce l’influenza profonda di uno dei più grandi musei di arte classica sull’opera di uno dei più significativi artisti moderni. Il 2023 segna il cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso (1881-1973) e questa mostra costituisce uno dei molti eventi celebrativi che si svolgono in Francia, Spagna e Italia. Napoli è diventata il fulcro di questa attenzione, e onorare l’eredità artistica di Picasso rappresenta un modo per esaminare il ruolo del suo genio creativo nell’ambito della modernità occidentale, rivelando il suo aspetto vivido, accessibile e attuale.
La mostra espone 43 opere di Picasso, mettendole principalmente a confronto con le sculture Farnese e i dipinti di Pompei. Il legame tra Picasso e Napoli ha radici profonde: nel 1917, durante i suoi soggiorni nella città partenopea, Picasso fu particolarmente influenzato dai suoi incontri con l’arte antica attraverso le visite agli scavi di Pompei e al Museo Archeologico Nazionale. Questi incontri si riflettono chiaramente nella sua produzione artistica.
Il MANN, all’epoca chiamato Museo di Napoli, era organizzato in diverse sezioni, tra cui sculture antiche in marmo e bronzo, pittura murale antica, pinacoteca moderna e manufatti artistici antichi. Questa organizzazione differiva dalle sale affollate dei musei positivistici dell’Ottocento, ponendo l’accento sugli aspetti formali come l’illuminazione, lo spazio e l’equilibrio dei volumi.
La Suite Vollard, composta da 100 tavole, rappresenta una parte significativa dell’esposizione e testimonia l’importanza dell’Ercole Farnese per Picasso. Questo tema è evidente nella serie di incisioni intitolate “Studio dello scultore” (1933-1934), in cui Picasso si identifica con l’eroe greco, mostrando una testa e tratti somiglianti a quelli dell’Ercole Farnese. Anche nell’opera “Lo scultore e la sua statua” (1933), Picasso si raffigura seduto accanto a una testa colossale, richiamando l’Ercole Farnese. Secondo lo storico dell’arte John Richardson, alcune incisioni della Suite Vollard rappresentano l’Ercole Farnese, ulteriormente rafforzando l’associazione di Picasso con questa figura. Tuttavia, alcune interpretazioni suggeriscono che queste teste possano anche richiamare lo Zeus Olimpio di Fidia, ma prevale l’idea che si tratti di rappresentazioni dello stesso tipo di testa, chiaramente ispirate all’Ercole del MANN.

Sibilla Panfili

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