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Musica e astronomia: il Solstizio d’estate della cultura in Sardegna

Tutti gli appuntamenti di oggi sull’isola, dal Museo Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari a quello di Nuoro

Il 21 giugno 2023 è una giornata importante per la cultura. Oggi è in programma la 29ma edizione della della Musica. Un appuntamento ricco di iniziative nei Musei della Direzione regionale Musei Sardegna. Il tema di quest’anno è “Vivi la vita”, con una grande attenzione per l’ambiente attraverso eventi di un certo spessore culturale e sociale.
Per l’occasione, il Museo Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari, alle 18.00, aprirà le porte del suo giardino con un concerto dell’Orchestra Giovanile del Conservatorio di Musica “L. Canepa” di Sassari che si esibirà in uno spazio ricco di fascino con un repertorio che spazierà nel tempo.
All’evento partecipa anche la Pinacoteca Nazionale di Sassari che celebra questo importante appuntamento con un’iniziativa che vedrà protagonisti gli studenti della sezione Musicale del Liceo Azuni di Sassari.
Nel cortile interno del Museo, alle 18.00, i ragazzi, coordinati dalla docente Antonella Chironi, eseguiranno un concerto in due parti per accogliere l’arrivo dell’estate con un ensemble di chitarre e uno di trombe.

Nello stesso giorno, alle 19.30, al Museo Archeologico Nazionale “G. Asproni” di Nuoro, si terrà la conferenza, con osservazione del cielo, dell’astronoma Claudia Porcu, dal titolo “Solstizio d’estate. Quello che i reperti non dicono. Il significato simbolico dell’astronomia nella storia”.
Il Museo, per l’occasione, propone una visita guidata in cui verranno illustrati quei reperti che daranno modo di approfondire le conoscenze astronomiche del passato e metterle in relazione con tradizioni ancora attuali. Alla fine della visita guidata-conferenza, compatibilmente con le condizioni atmosferiche, sarà possibile osservare nel giardino e al telescopio alcuni corpi celesti.

Un’opportunità più unica che rara per fare divulgazione scientifica anche su aspetti non strettamente legati all’archeologia.

Riccardo Lo Re

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