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Mostrami, un collettivo di artisti si racconta in un’esposizione a Cagliari

Dopo la prima edizione, torna la mostra al Temporary Storing della Fondazione Bartoli Felter

Si terrà il 7 dicembre alle ore 18 al Temporary Storing della Fondazione Bartoli Felter a Cagliari la presentazione delle opere realizzate dalla collettiva d’artisti “Mostrami II”. Un’inaugurazione che è frutto di un lungo viaggio cominciato lo scorso anno, quando si è svolto a Cagliari Martelive Sardegna. Al contest multidisciplinare organizzato da Impatto Teatro e Abaco Teatro hanno partecipato cinquanta artisti provenienti da tutta la Sardegna che si sono esibiti live al Teatro Massimo, ognuno con opere inerenti la propria disciplina.
Da qui la scelta ardua della selezione delle opere vincitrici che si sono distinte per la loro unicità mostrando l’identità di ogni artista. Lo scorso marzo si è tenuta la consegna del Premio Speciale, che consisteva in una mostra collettiva dal titolo Mostrami assegnato dalla Fondazione Siotto. I primi che hanno avuto il piacere di presentare i propri lavori sono stati: Francesca Corriga (fotografia), Ilaria Gorgoni (pittura), Monica Serra (illustrazione) e Eleonora Todde (scultura/performance).
Con “Mostrami II” – allestimento che si potrà visitare fino al 22 dicembre – è invece il turno degli altri vincitori suddivisi in quattro discipline d’Arti Visive: Sara Argiolas (fotografia), Francesco Cogoni (scultura/installazione), Matteo Tauriello (illustrazione), Damiano Rossi (pittura).

A raccontare le peculiarità delle opere selezionate ci pensa Roberta Vanali, curatrice della mostra, la quale descrive per filo e per segno ogni singola qualità presente in un’esposizione da non perdere. Sara Argiolas mette in mostra una selezione del progetto Psyche: otto opere scaturite dalla sovrapposizione di fotografie e disegni. Sono delle «manipolazioni fantastiche ed enigmatiche che suggeriscono la volontà dell’artista di rifugiarsi in un universo parallelo in grado di interpretare una realtà occulta ma anche di sovvertirla per creare non luoghi, stimolare l’immaginario dello spettatore e destabilizzarlo».

Francesco Cogoni ha scelto invece di realizzare installazione che consiste in una rappresentazione scultorea di se stesso, attraverso una tecnica d’invenzione dell’artista, quella dello stampo a muta, e una serie di autoritratti generati con l’intelligenza artificiale. «L’operazione ha una duplice finalità – prosegue la curatrice – quella di una profonda analisi introspettiva che ha avuto seguito dall’incendio che ha distrutto la quasi totale produzione dell’artista e la disamina di un’identità fittizia costruita da un algoritmo che crea un’interazione tra macchina e essere umano. In un contesto tra realtà e artificio».

Damiano Rossi offre invece una selezione di opere pittoriche degli ultimi due anni che riassumono non solo lo stile ma anche la sua ricerca in campo artistico, ovvero «una rappresentazione della natura come teatro d’indagine attraverso una personalissima cifra stilistica al confine tra l’iconico e l’aniconico. Vibrazioni segniche percorrono la superficie delle opere per alternarsi a campiture piatte e accentuarne il dinamismo attraverso un modus operandi lento fatto di sovrapposizioni, connessioni e stratificazioni. Le stesse che ritroviamo in natura. Quella natura imponente e magnifica che l’artista vive ogni giorno in prima persona».

Infine Matteo Tauriello (Freom) mostra la serie Disconnessioni: un polittico di 5 pannelli creato con pennarelli e inchiostri ad acqua. «“Senza Cervello”, “Senza Cuore”, “Senza Titolo”, “Senza Memoria” e “Senza Vita” sono il pretesto per indagare il lato oscuro e il tormento dell’esistenza umana evidenziando vizi, ossessioni, istinti incontrollabili e demoni dell’anima con un approccio gotico-surreale e una forte carica grottesca capace di proiettarci nei meandri dell’abisso. Il tutto attraverso una sapiente e profonda conoscenza delle tecniche dell’illustrazione manuale tradizionale».

Riccardo Lo Re

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