Come un Principe creò il mito della destinazione Costa Smeralda
La storia dell’Aga Khan si intreccia con quella della Sardegna, che ha beneficiato della sua visione lungimirante e illuminata.
Il mondo piange la scomparsa del Principe Karim Aga Khan IV, deceduto all’età di 88 anni a Lisbona, città che ospita la sede mondiale della comunità ismailita. La notizia, riportata da testate internazionali come Le Monde, CNN, BBC e The New York Times, ha avuto un’eco globale, testimoniando l’importanza della sua figura sia come guida spirituale della comunità ismailita, composta da circa 15 milioni di fedeli distribuiti in 24 paesi – tra cui India, Pakistan, Francia, Afghanistan, Siria e Yemen – sia come imprenditore illuminato. Alla cerimonia funebre hanno preso parte molte personalità illustri come il primo ministro canadese Justin Trudeau e il re emerito di Spagna, Juan Carlos, il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, l’emiro del Qatar, Tamim ben Hamad Al-Thani, e diverse delegazioni diplomatiche.
Il feretro del principe è stato trasportato in Egitto a bordo di un aereo che ha sorvolato anche la Sardegna e la sepoltura si è svolta in forma privata ad Assuan, nel sud dell’Egitto, presso il mausoleo di famiglia. Nato nel 1936, Karim Aga Khan diventa il 49esimo Imam dei musulmani Sciiti Ismaeliti all’età di vent’anni nel 1957 e nello stesso anno ricevette il titolo di Sua Altezza dalla Regina Elisabetta II e successivamente quello di Sua Altezza Reale, concessogli dallo Scià di Persia. Riconoscimenti che ne sottolineavano il prestigio internazionale. Alla sua morte, gli è succeduto il figlio, il Principe Rahim Al-Hussaini Aga Khan V, oggi proclamato 50esimo Imam degli ismailiti, considerato dai fedeli discendente diretto del profeta Maometto. Uomo di grande cultura, il Principe Aga Khan aveva studiato ad Harvard, dove si era laureato in Storia Islamica. Ma la sua passione non si limitava solo agli studi accademici: fu anche un eccellente sportivo, partecipando ai Campionati Mondiali di Sci e alle Olimpiadi, dimostrando doti atletiche fuori dal comune. In Italia e in particolare in Sardegna, la sua morte ha suscitato profonda commozione. I giornali nazionali e locali hanno dedicato pagine intere al suo legame con l’isola e, in particolare, con il progetto Costa Smeralda® che lui stesso ideò e trasformò in un modello di sviluppo turistico sostenibile che presenta ancora oggi più del 96 percento di aree consortili verdi e incontaminate. I comuni di Arzachena e Olbia, che gli avevano conferito la cittadinanza onoraria, hanno proclamato il lutto cittadino. Inoltre, la Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, in accordo unanime con la Giunta, ha decretato l’istituzione del lutto regionale per onorare la memoria del Principe. L’amore del Principe Aga Khan per la Sardegna nacque negli anni ’50, quando poco più che ventenne, su consiglio dell’amico John Miller della Banca Mondiale, visitò l’isola alla ricerca di un’alternativa alla Costa Azzurra. Navigava a bordo di una barca a vela di dodici metri insieme a cinque amici ed era la prima volta che vedeva questo angolo di Sardegna. Rimase incantato dalle sue spiagge incontaminate e dalla sua natura selvaggia, decidendo di realizzare un progetto visionario: un turismo di lusso rispettoso dell’ambiente, un’idea rivoluzionaria per l’epoca.
In un’intervista rilasciata a Paolo Panerai de “Il Mondo”, il cui estratto è contenuto nel volume firmato da Giovanni Gelsomino dal titolo “Costa Smeralda®: storia, cronaca, mito”, il Principe spiegò come quell’investimento lo fece un po’ a scatola chiusa. Quando infatti vi ritornò per la seconda volta via terra, ci mise ben otto ore da Olbia per raggiungere i terreni appena acquistati: «Dopo quelle ore di viaggio – dichiarò il Principe – pensai di aver fatto un pessimo investimento, era come pensare di costruire delle ville nella foresta amazzonica. Non c’era proprio niente: né acqua, né luce, né strade. Se volevamo proseguire, dovevamo costruire tutto noi. Così decisi di andare avanti e di trasformare l’iniziativa in un vero e proprio investimento». E così fu. Il suo progetto prese forma nel 1961, quando convocò a Olbia un gruppo di architetti di fama internazionale – tra cui Michele e Giancarlo Busiri Vici, Jacques Couelle, Luigi Vietti, Antonio Simon Mossa e Raymond Martin – per plasmare un’architettura perfettamente integrata nel paesaggio. Uno di quei pionieri, l’architetto Giancarlo Busiri Vici, figlio di Michele, in un’intervista rilasciata al Costa Smeralda Journal, ha raccontato l’inizio di quell’avventura:
«Scendevamo sulle spiagge con il Principe per esplorarle e fotografarle. Lui era sempre il primo ad arrivare per godere dei panorami. Il Principe voleva creare un’anti-Costa Azzurra, un luogo esclusivo ma accessibile, dove il lusso si fondesse con il rispetto per la natura. Oggi, quella sua intuizione è più attuale che mai». La visione del Principe si concretizzò il 14 marzo 1962, con la costituzione ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, che da allora garantisce una tutela del territorio ulteriore rispetto a quella prevista dalle leggi regionali e nazionali. Con una superficie complessiva di 3114 ettari, di cui solo 117 occupati da costruzioni private, il Consorzio protegge da più di sessant’anni a questa parte il 96,3% delle sue aree verdi, salvaguardando un equilibrio unico tra sviluppo e conservazione della natura. Per garantire la perfetta armonia tra architettura e paesaggio, il Principe istituì anche il Comitato di Architettura, un organo operativo del Consorzio, incaricato di vigilare sulla bellezza del territorio e di evitare qualsiasi forma di deturpazione ambientale. Una scelta lungimirante che ha fatto dell’area consortile un modello unico al mondo, dove lusso e tutela dell’ambiente convivono ancora oggi in perfetta sintonia. Da questa visione nacque il marchio Costa Smeralda® e Porto Cervo, oggi uno dei luoghi più esclusivi del turismo internazionale con la sua eleganza, le sue ville, i suoi yacht, i locali e negozi alla moda e la dolce vita smeraldina. Un modello che ancora oggi fa scuola, con ville e resort in armonia con la natura e uno sviluppo regolato per preservare la bellezza selvaggia del territorio. Oltre a essere un leader spirituale e un pioniere del turismo sostenibile, il Principe Aga Khan fu un imprenditore di grande successo, ma con un occhio attento anche agli ultimi, con la creazione di scuole e ospedali. Fondò poi il 23 marzo del 1963 la compagnia aerea Alisarda – in seguito divenuta Meridiana – per migliorare i collegamenti con la Sardegna, e fu il promotore della costruzione dell’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda con il taglio del nastro il primo luglio del 1974, che rivoluzionò per sempre questo tratto di costa producendo migliaia di posti di lavoro. Tra le tante cose realizzate in Sardegna, creò lo Yacht Club Costa Smeralda, portando l’Italia della vela alla sua prima partecipazione alla Coppa America con il progetto Azzurra, che ancora oggi resta nella memoria degli appassionati di regate. La scomparsa del Principe Aga Khan segna la fine di un’epoca, ma il suo lascito è destinato a durare. La gestione del territorio da parte del Consorzio Costa Smeralda e dei suoi associati resta un modello di turismo sostenibile, e la Sardegna continuerà a beneficiare della sua visione lungimirante. L’Aga Khan ha lasciato un segno indelebile nella storia della Sardegna, dell’Italia e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui.
Davide Mosca
Credits: NelloDiSalvo@coastmagazine

Article by
CS Journal è la voce ufficiale del Consorzio Costa Smeralda, edito per i propri associati e per l’indotto turistico che ogni anno affolla le aree consortili di Porto Cervo. Un magazine formato tabloid che valorizza l’identità del Consorzio e tutte le realtà del territorio.