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A Porto Cervo il più grande progetto di riforestazione marina del Mediterraneo

One Ocean amplierà il progetto Blu Forest nella baia di Cala di Volpe. Un modello che punta alla tutela e al ripristino di Posidonia oceanica

È il più grande progetto di riforestazione marina del Mar Mediterraneo. Un’iniziativa virtuosa, lungimirante, che punta alla tutela e al ripristino di Posidonia oceanica, pianta endemica dei nostri mari e fondamentale per la salute dell’ecosistema marino. One Ocean Foundation ha compiuto un altro passo in avanti con l’ampliamento del progetto Blue Forest in Sardegna, nella baia di Cala di Volpe. Un intervento frutto della collaborazione scientifica tra One Ocean Foundation e l’Università di Sassari, e del supporto tecnico della International School for Scientific Diving.

Il progetto, presentato a Milano in occasione dell’One Ocean Week, vede inoltre il sostegno di partner come Pirelli, che ha reso possibile l’avvio del progetto, e Smeralda Holding insieme ad aziende e istituzioni pronte a impegnarsi per tutelare il mare.

L’intervento

L’iniziativa si concentra su circa 80 ettari di mare all’interno del campo boe di Cala di Volpe, dove si trova una prateria di Posidonia oceanica danneggiata prima che fossero regolamentati accessi e ancoraggi. Già in passato Smeralda Holding ha realizzato un campo boe per regolamentare gli accessi e tutelare l’ecosistema marino, limitando la pressione antropica sulla prateria.

Come sostiene Mario Ferraro, CEO di Smeralda Holding «da anni Smeralda Holding investe nella sostenibilità e nella tutela dell’ecosistema marino con azioni concrete. Il progetto del campo boe nato 20 anni fa ha rappresentato un primo passo effettivo nella tutela dei nostri fondali e della posidonia, regolamentando l’accesso nella baia. Preservare e proteggere il territorio e il mare è un nostro obiettivo prioritario, così come la ricerca di nuove forme e applicazioni di questo impegno e il progetto di riforestazione della posidonia “Blue Forest” – che abbiamo condiviso fin dall’inizio – ne è un esempio tangibile.  Collaborazione e visione condivisa verso un obiettivo comune sono essenziali per affrontare la sfida della salvaguardia della biodiversità, e auspichiamo che molte altre realtà si uniscano a noi, affinché questo modello diventi replicabile in tante altre destinazioni turistiche».

L’importanza della ricerca

Ora il progetto Blu Forest si trova nella fase centrale grazie alla sinergia tra la dott.ssa Giulia Ceccherelli del Dipartimento di Scienze Chimiche Fisiche Matematiche e Naturali dell’Università di Sassari e del dott. Stefano Acunto (I.S.S.D.) che sul piano tecnico sta coordinando le operazioni. Dopo la mappatura dell’area di circa 80 ettari di fondale, a oggi sono già state concluse le prime operazioni di trapianto su una superficie di circa 500 mq con l’installazione sul fondale di biostuoie in fibra di cocco e rete metallica. A conclusione della riforestazione, è prevista una fase triennale di monitoraggio scientifico.

«Affiancare all’azione di riforestazione anche attività di ricerca scientifica permetterà di contribuire in modo significativo alle conoscenze attuali sulla riforestazione di Posidonia oceanica, migliorando l’efficacia delle azioni di ripristino e garantendo un impatto concreto e duraturo sui servizi ecosistemici associati. Questo approccio integrato consentirà inoltre di monitorare meglio le risposte dell’habitat ai cambiamenti ambientali, ottimizzare le tecniche di trapianto e favorire una gestione sostenibile delle praterie marine nel lungo periodo» specifica la prof.ssa Ceccherelli.

«Intervenire attivamente con azioni di tutela e ripristino di praterie di Posidonia – afferma  Jan Pachner, segretario generale di One Ocean Foundation – significa tutelare la biodiversità e promuovere la salute dell’oceano, da cui dipende il nostro futuro».

Riccardo Lo Re