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Pinuccio Sciola. Era una foresta, la nuova mostra al Muacc di Cagliari

L’esposizione, inaugurata lo scorso 16 maggio, sarà aperta al pubblico fino al 28 luglio

La figura di Pinuccio Sciola sarà al centro di una straordinaria esposizione al Museo MUACC, il Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee di Cagliari. Una vetrina sul mondo contemporaneo che nel caso specifico va a coincidere con uno dei suoi lavori più celebri. Era una foresta, il titolo della mostra, è «un urlo, una forte denuncia e una testimonianza sul degrado al quale va incontro la terra con l’indiscriminata deforestazione e lo sfruttamento delle risorse naturali e ambientali», citando Pinuccio Sciola. Parole che si consolidano in un percorso espositivo di grande caratura  a cura della Fondazione Sciola. Fino al 28 luglio il pubblico potrà assistere di persona a questo dialogo tra uomo e natura. Un discorso che assume sempre di più un ruolo centrale considerando anche i recenti fatti di attualità e i cambiamenti climatici.
Il risultato è una stretta collaborazione tra il Muacc e la Fondazione Sciola. Una sinergia che ha consentito all’ateneo sardo di proseguire il suo viaggio attorno al contemporaneo, approfondendo alcuni temi strettamente legati al presente. Dopo la prima mostra dedicata a Franca Sonnino dove sono nati diversi spunti legati alle questioni di genere, con quest’ultimo capitolo si è cercato di dare maggiore attenzione sull’ambiente e le sue trasformazioni. Il tutto servendosi dello sguardo e la sensibilità di un artista che ha saputo lasciare il segno in Sardegna e nel mondo esplorando il rapporto tra arte e natura.
«Si tratta di un’importante occasione di sinergia – afferma la referente scientifica del museo Rita Pamela Ladogana – volta a rafforzare la rete di collaborazioni e partnership tra realtà culturali operanti nel territorio, in una logica di rete e in una prospettiva di condivisione della conoscenza».
«L’esposizione – spiega Simona Campus, curatrice del museo universitario – si concentra sul progetto «di un parco-museo, concepito alla fine dello scorso millennio – quando il disboscamento e gli incendi nella foresta amazzonica resero ogni giorno più evidenti e drammatiche le ferite inferte al nostro pianeta – configurandosi come espressione e sintesi della profonda sensibilità ambientale e ambientalista che da sempre ha costituito un presupposto fondamentale della ricerca dell’artista. Del progetto – purtroppo mai realizzato – rimangono decine di disegni, fotografie, fotomontaggi e appunti che per la prima volta vengono ora esposti in questa mostra. L’allestimento dei materiali progettuali sottolinea il metodo di lavoro del maestro, basato sulla continua, talvolta quasi ossessiva rielaborazione di idee e immagini. Ogni foglio costituisce un unicum, reca un segno, un intervento che lo differenzia da tutti gli altri: infinite variazioni sul tema, che testimoniano un’instancabile vena creativa, lo sviluppo costante di una ricerca condotta con rara coerenza nell’orizzonte di una relazione simbiotica e inscindibile tra arte e natura».

Riccardo Lo Re

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