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I reportage fotografici di Robert Capa in mostra ad Aosta

Dal 5 maggio maggio fino al 24 settembre sarà possibile visitare l’esposizione che racconta la vita artistica leggendaria di questo grandissimo fotografo

Mancano ormai pochi giorni al grande evento. Perché il 5 maggio prossimo sarà il momento tanto atteso: il taglio del nastro dell’inaugurazione della mostra dedicata a uno dei più grandi fotografi del Novecento, Robert Capa. Il tutto in una location d’eccezione, il Centro Studi Saint-Bénin di Aosta. Spazio museale che nel passato ha già proposto rassegne importanti in omaggio a fotografi di caratura internazionale come Robert Doisneau e a Tina Modotti. La nuova installazione dal titolo “Robert Capa. L’opera 1932-1954” è stata curata da Gabriel Bauret e propone un percorso di trecento opere provenienti dalla prestigiosa Agenzia Magnum Photos con l’obiettivo di coprire in modo esaustivo la produzione del celebre fotografo fin dai suoi primi lavori per attraversare la sua carriera e approdare in Indocina nel 1954 quando Capa morì prematuramente. «Il programma espositivo regionale – ha dichiarato l’assessore Jean-Pierre Guichardaz – si arricchisce di una importante mostra dedicata alla fotografia mondiale, che sarà a disposizione del pubblico per tutta l’estate 2023 e potrà essere apprezzata anche per il suo alto valore storico-documentario». Robert Capa nasce nel 1913 a Budapest; in gioventù si trasferisce a Berlino, dove inizia la sua carriera di fotoreporter che lo porterà a viaggiare in tutto il mondo. Nel 1947 fonda con Henri Cartier-Bresson e David Seymour la celebre agenzia Magnum Photos. Muore in Indocina nel 1954, ferito da una mina anti-uomo mentre documenta la guerra al fronte.

La mostra si articolerà in nove sezioni tematiche: Fotografie degli esordi, 1932–1935; La speranza di una società più giusta, 1936; Spagna: l’impegno civile, 1936–1939; La Cina sotto il fuoco del Giappone, 1938; A fianco dei soldati americani, 1943–1945; Verso una pace ritrovata, 1944–1954; Viaggi a est, 1947–1948; Israele terra promessa, 1948–1950; Ritorno in Asia: una guerra che non è la sua, 1954. Un viaggio con il fiato sospeso tra i reportage di guerra del grande fotografo apprezzato anche dai suoi colleghi, a partire da Henri Cartier-Bresson che amava descriverlo così: «Per me, Capa indossava l’abito di luce di un grande torero, ma non uccideva; da bravo giocatore, combatteva generosamente per se stesso e per gli altri in un turbine. La sorte ha voluto che fosse colpito all’apice della sua gloria». A rendere la rassegna ancora più intrigante sarà la possibilità di ammirare l’utilizzo finale delle immagini di Capa, ovvero le pubblicazioni dei suoi reportage sulla stampa francese e americana dell’epoca e gli estratti di suoi testi sulla fotografia, che tra gli altri toccano argomenti come la sfocatura, la distanza, il mestiere, l’impegno politico, la guerra.
«La mostra – anticipa la dirigente della struttura Attività espositive Daria Jorioz – consente di ripercorrere tutte le fasi della straordinaria carriera di Robert Capa, riservando un’attenzione particolare ad alcune delle sue immagini più iconiche, che hanno incarnato la storia della fotografia del Novecento. L’esposizione si propone di evidenziare le molteplici sfaccettature dell’opera di un autore passionale, sfuggente e instancabile, che non esitava a rischiare la vita per i suoi reportages».
Grande anche la soddisfazione dell’assessore Jean-Pierre Guichardaz: «Il programma espositivo regionale si arricchisce di una importante mostra dedicata alla fotografia mondiale, che sarà a disposizione del pubblico per tutta l’estate 2023 e potrà essere apprezzata anche per il suo alto valore storico-documentario».
Per l’occasione è stato pubblicato un volume con testi in italiano, inglese e francese, contenente tutte le fotografie esposte e pubblicato da Silvana Editoriale, sarà in vendita presso la sede espositiva.

Davide Mosca

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