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Grecia, omaggio alla soprano Maria Callas

Atene taglia il nastro del Museo in suo onore all’interno del complesso della Technopolis con memorabilia che ricordano la divina nata il 2 dicembre 1923

Il centesimo anniversario dalla nascita della diva lirica ha dato il via alle danze nella capitale ellenica. Il 2 dicembre 1923 veniva alla luce Maria Anna Cecilia Sofia Kalos (New York 1923, Parigi 1977) da genitori emigranti greci. All’età di 14 anni, a partire dal 1937 al 1945, decise di ricondursi alle sue radici trasferendosi ad Atene e debuttando appena ventenne nel 1941 all’Opera Reale. Il 26 ottobre dello scorso 2023 la culla della tragedia celebra la sua regale portavoce con la teatrale inaugurazione del Museo Maria Callas.

All’interno del complesso della Technopolis (ex area industriale riqualificata e divenuta una dei quartieri più movimentati di Atene: Gazi) nella centralissima Via Mitropoleos 44, uno storico edificio neoclassico di tre piani a due passi dalla Cattedrale Metropolitana, conserva i cimeli personali dell’eclettica artista. Dai raffinati abiti di scena, ai detestati occhiali da vista, accessorio necessario per leggere i suoi inestimabili spartiti (anch’essi esposti) ed immedesimarsi nella protagonista di intramontabili opere teatrali, sono i protagonisti smielati della ricca collezione messa a disposizione da privati collezionisti e istituzioni culturali italiane e greche. La Maria Callas Greek Society, La Scala di Milano, la Fenice di Venezia e l’Arena di Verona, simbolo del suo amore per il suo primo marito. L’impresario Giovanni Battista Meneghini, di 27 anni più maturo. I più iconici costumi di scena La Tosca, La Traviata e La Norma, troneggiano le dettagliate ricostruzioni delle stanze scenografiche allestite con cura ed eleganza al secondo piano del palazzo, precedute dalla collezione di memorabilia composta da fotografie, dischi, lettere e cimeli. Nell’interminabile lista non mancano alcuni degli ambiti doni che la Callas riceveva assiduamente. Un disegno dello stilista palmense Manolo Blahnik, raffigurante la cantante di fama mondiale come musa delle sue creazioni, spicca tra cupi e conturbanti omaggi. Le scure e lucenti ciocche conservate con cura maniacale dal suo personale parrucchiere, catturano l’attenzione e rammentano le sinistre esperienze che si possono insidiare in una carriera di successo. L’unico intento del fidato acconciatore era economico, con l’obiettivo di imbustarle e venderle poi all’asta.
Il Museo Maria Callas, corredando il tutto tramite clip audio-video rari e d’epoca, promette un itinerario esperienziale della leggendaria icona che rivoluzionò eternamente il teatro d’opera. 
Newyorkese, naturalizzata italiana ed infine greca, è la legittima erede dell’inestimabile stima di tutto il mondo dello spettacolo ed oltre. Il sindaco di Atene Kostas Bakoyannis l’ha così elogiata egregiamente “Atene era in debito d’onore con la leggendaria Divina, il Museo Maria Callas, il primo al mondo, ci rende tutti orgogliosi”.

Sibilla Panfili

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