Esce il film su Enzo Ferrari, tra le critiche il commento del figlio Piero
Condensare la vita di un uomo così geniale in poco più di due ore non è di certo impresa semplice, ma quando si vanno a tacciare i miti incorrere nell’errore è piuttosto semplice. Il figlio del Drake svela alcuni retroscena
La figura è certamente leggendaria. Un mito grazie al quale il nostro Paese è conosciuto in tutto il mondo. Perché non esiste posto sulla terra dove il marchio Ferrari non sia conosciuto. E se questo incredibile miracolo è stato possibile lo si deve di certo al suo fondatore: Enzo Ferrari, rinominato il Drake. In omaggio alla sua figura si sono spesi fiumi di inchiostro poi “volgarizzati” in produzioni filmiche che più o meno in maniera realistica ne hanno raccontato pregi e difetti. L’ultima produzione filmica in ordine di tempo è quella di Michael Mann con la pellicola dal titolo “Ferrari”. Il film già prima di uscire nelle sale cinematografiche a disposizione del grande pubblico ha suscitato numerose critiche, tra queste la più famosa quella dell’attore Pierfrancesco Favino che ha posto la questione della scelta dell’attore protagonista che ha impersonato il Drake: «Perché scegliere un attore straniero?». Ma i dubbi sulla realizzazione non sono scaturiti solo dalla scelta degli attori, ma anche dai contenuti che spesso, come accade per questo genere di film storico/biografico, vengono romanzati. Alcune incongruenze sono state evidenziate dal figlio del Drake, Piero Ferrari che in un video ha svelato alcune incongruenze rispetto a quanto messo in scena da Mann con la partecipazione degli attori Adam Driver, Shailene Woodley e Penélope Cruz. Nello specifico il regista utilizza un anno specifico, il 1957, come chiave di lettura del personaggio. Fu un anno esaltante e tragico, un anno di trionfi e di morte, un anno in cui vennero scoperte verità a lungo celate e in cui vennero gettate le basi della Ferrari del futuro. Ovvio che per far rientrare temi così diversi e complessi in una pellicola di poco più di due ore siano state necessarie delle forzature. Così come è altrettanto vero che alcuni momenti che possono sembrare incredibili allo spettatore siano fedeli alla realtà. Si esce dalla sala chiedendosi, per esempio, fino a che punto Enzo fosse cinico o quali fossero i suoi veri rapporti con piloti, clienti e collaboratori. Siro Sbraci sulla sua Ferrari 500 TRC alla Mille Miglia del 1957; Wolfgang Von Trips, Alfonso de Portago e Peter Collins alla 12 Ore di Sebring nel 1957; la Ferrari 315 S di Luigi Musso e Alfonso de Portago che arrivò dodicesima alla 12 Ore di Sebring; Enzo Ferrari e Fangio durante le prove del GP d’Italia; lo sprint di De Portago e Collins alla partenza della gara. La verità è raccontata dunque nel video pubblicato sul sito ufficiale ferrari.com e che è possibile visionare al seguente link.
Davide Mosca